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Tristezza
Il giorno del Ricordo a Monza
di Franco Isman


Poveri morti trucidati nelle foibe, poveri esuli istriani e dalmati.

profughi - foto Franco Isman
profughi ? - foto Franco Isman

E' stato istituito con legge dello Stato il giorno del Ricordo che in teoria aveva lo scopo di ricordare, di non far dimenticare, gli orrori delle foibe (4000 morti ammazzati) e la tragedia dei profughi (250.000-300.000) praticamente costretti ad abbandonare la propria casa in un'Istria (ed una costa dalmata) diventate Iugoslavia. Questo dopo anni di oblio e di silenzio.

E cosa si è fatto quest'anno in città?
Il Comune ha mandato un pullman di ragazzi delle scuole a Trieste ed alla foiba di Basovizza, quella forse più tristemente famosa. In città l'iniziativa è stata lasciata ad un'associazione, certamente di matrice fascista, che ha organizzato un corteo per le vie della città, reclamizzato con un manifesto formalmente corretto ed affermando l'intenzione di non voler politicizzare l'evento e, di conseguenza, accettando soltanto bandiere nazionali oltre che dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia “per rispettare l'auspicata presenza di cittadini con diverse identità o appartenenze politiche.”
Organizzazione quasi militare e rispettato (quasi) l'impegno delle bandiere.
Ma, innanzi tutto, l'assurdo di una celebrazione fatta dai fascisti che trascurano il fatto che quanto avvenuto è diretta conseguenza della guerra di aggressione scatenata da Mussolini al seguito di Hitler. Poi gli slogan urlati con i megafoni:
Istria – Fiume – Dalmazia
non – Slo-venia – né – Cro-azia
Evidentemente assurdo revanscismo a sessant'anni dalla fine della guerra, ma anche scarso rispetto della realtà storica: in Istria soltanto i comuni della costa avevano una forte presenza italiana, retaggio della Repubblica di Venezia, ma tutto l'interno era decisamente slavo.
Ed ancora, e peggio:
I co-mu-nisti – non – son – cam-bia-ti
ieri assa-ssini – oggi – smemo –rati
Bieca strumentazione politica di un evento che merita ben altro rispetto.

E gli altri?
Invece di ricordare in qualche modo l'evento non hanno trovato di meglio che organizzare un “presidio antifascista” (ma che vuol dire?) in una piazza vicina (ma non adiacente) al percorso del corteo. Corteo scortato da notevoli forze di polizia in assetto antisommossa e “presidio” presidiato da altrettanti carabinieri.
Quello che appare, e che viene strumentalmente enfatizzato, è non soltanto un disinteresse ma addirittura un'opposizione alle manifestazioni che, secondo il dettato della legge, si propongono di ricordare la tragedia delle foibe e dell'esodo. Un bel risultato politico, non c'è che dire.
In ogni caso, a parere di chi scrive, è stata una grave lacuna da parte del Comune il non aver organizzato alcuna celebrazione pubblica come invece c'erano state negli anni precedenti; bisognerà ricordarsene nei prossimi anni.

Franco Isman

Per saperne di più: Foibe e ricordo


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  10 febbraio 2007